B.K.S Iyengar L'albero dello yoga

«Il primo livello dello yoga consiste in quello che può essere definito ciò che si deve e ciò che non si deve fare. Niyama ci dice cosa si deve fare per il bene dell’individuo e della società, e yama ci dice cosa si deve evitare per non danneggiare l’individuo e la società. Queste sono discipline etice esistite sempre e dovunque nel genere umano da tempo immemorabile. Yama e niyama sono tradizionali sia nella cultura orientale che in quella occidentale, nel Nord e nel Sud.
 Dopo aver seguito questi precetti tradizionali, ovvero ciò che si deve fare e ciò che non si deve fare, ci impegniamo a lavorare per lo sviluppo grazie alla fusione del corpo con la mente e della mente con l’anima…

Secondo livello di yoga è quello di sādhana, la pratica, che comprende āsana, prānāyāma e pratyāhāra. Āsana è la pratica delle diverse posture del corpo. Prānāyāma è la scienza del respiro. Pratyāhāra consiste nel placare i sensi e nel mantenerli nella loro posizione passiva interiorizzandoli, così che possano risiedere nel centro dell’essere umano.

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Il terzo strato dello yoga è descritto da Patañjali negli „Yoga sūtra” come la ricezza dello yoga. Esso è infatti l’effetto del frutto della sādhana e consiste in dhāranā, dhyāna e samādhi. Dhāranā è concentrazione ovvero attenzione totale. Dhyāna è meditazione. Samādhi è il culmine dello yoga; e cioè lo stato di beatitudine, l’unione con lo Spirito Universale…»
B.K.S Iyengar „L’albero dello yoga”

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