Iyengar

L’Albero dello yoga B.K.S Iyengar

«La radice dell’albero si chiama yama, che comprende i cinque princìpi di ahimsā (non-violenza), satya (sincerità), asteya (liberazione dall’avidità), brahmacharya (controllo della brama sessuale) e aparigraha (liberazione dall’desiderio di possedere al di là delle proprie necessità). […]
 Poi viene il tronco, che si paragona ai principi del niyama, che sono śaucha (pulizia), santosa (appagamento), tapas (ardore), svādhyāya (studio di se stessi) e Īśvara-pranidhana (abbandono). […]
 Dal tronco dell’albero si dipartono diversi rami. Uno cresce molto lungo, uno di lato, uno va a zigzag, un altro cresce dritto, e così via. Questi rami sono gli āsana, ovvero le varie posture che fanno sì che le funzioni fisiche e psicologiche del corpo siano in armonia con il modello psicologico della disciplina yoga.
 Dai rami crescono le foglie la cui interazione con l’aria fornisce energia a tutto l’albero. Le foglie che convogliano dentro l’aria esterna e la portano a contatto con le parti più interne dell’albero, corrispondono al prānāyāma, la scienza del respiro, che unisce il macrocosmo al microcosmo e viceversa. […]
 L’albero, se non avesse la corteccia, sarebbe divorato dai vermi; il suo rivestimento protegge la linfa che fluisce all’interno, tra le foglie e la radice. La corteccia quindi corrisponde al pratyāhāra, che consiste nello spostamento verso l’interno dei sensi della pelle al profondo dell’essere.
Dhāranā è come la linfa dell’albero, il succo che porta l’energia in questo viaggio spirituale. Dhāranā è concentrazione, che focalizza l’attenzione al centro dell’essere umano. […]
 Quando l’albero è sano e c’è molta energia, allora sbocciano i fiori. Quindi dhyāna, la meditazione, è il fiore dell’albero dello yoga.
 Alla fine, quando il fiore si trasforma in frutto, questo si chiama samādhi. Come l’essenza dell’albero si trova nell’frutto, così l’essenza della pratica dello yoga è riposta nella libertà, l’equilibrio, l’armonia e la beatitudine del samādhi, dove il corpo, la mente e l’anima sono un tutt’uno armonico e si fondono con lo Spirito Universale.»

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B.K.S Iyengar L'albero dello yoga

«Yoga significa unione. Yoga è l’unione dell’anima individuale con lo Spirito Universale. Ma questo è un concetto troppo astratto per poter essere compreso con facilità per cui, perché ognuno comprenda, dirò che yoga è unione del corpo con la mente e della mente con l’anima.
Il novanta per cento di noi soffre in qualche modo fisicamente, mentalmente o spiritualmente. La scienza dello yoga aiuta a mantenere il corpo come un tempio, di modo che divenga puro come l’anima. Il corpo è pigro, la mente è vibrante e l’anima è luminosa. Gli esercizi yoga valorizzano il corpo portandolo al livello della mente vibrante, così che corpo e mente, divenuti entrambi vibranti, siano attratti verso la luce dell’anima…»
B.K.S Iyengar “L’albero dello yoga”

BKS Iyengar Yoga Convention, London

B.K.S Iyengar L'albero dello yoga

«Malgrado nell’Occidente sia spesso ritenuto una pratica semplicemente fisica, lo yoga è invece anche una dottrina fisio-psicologica e psico-spirituale. È una scienza che libera la mente dalla schiavitù del corpo e la conduce verso l’anima. Quando la mente arriva a fondersi con l’anima, l’anima diventa libera e rimane in pace e in beatitudine…»
B.K.S Iyengar “L’albero dello yoga”

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B.K.S Iyengar L'albero dello yoga

«Il primo livello dello yoga consiste in quello che può essere definito ciò che si deve e ciò che non si deve fare. Niyama ci dice cosa si deve fare per il bene dell’individuo e della società, e yama ci dice cosa si deve evitare per non danneggiare l’individuo e la società. Queste sono discipline etice esistite sempre e dovunque nel genere umano da tempo immemorabile. Yama e niyama sono tradizionali sia nella cultura orientale che in quella occidentale, nel Nord e nel Sud.
 Dopo aver seguito questi precetti tradizionali, ovvero ciò che si deve fare e ciò che non si deve fare, ci impegniamo a lavorare per lo sviluppo grazie alla fusione del corpo con la mente e della mente con l’anima…

Secondo livello di yoga è quello di sādhana, la pratica, che comprende āsana, prānāyāma e pratyāhāra. Āsana è la pratica delle diverse posture del corpo. Prānāyāma è la scienza del respiro. Pratyāhāra consiste nel placare i sensi e nel mantenerli nella loro posizione passiva interiorizzandoli, così che possano risiedere nel centro dell’essere umano.

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Il terzo strato dello yoga è descritto da Patañjali negli “Yoga sūtra” come la ricezza dello yoga. Esso è infatti l’effetto del frutto della sādhana e consiste in dhāranā, dhyāna e samādhi. Dhāranā è concentrazione ovvero attenzione totale. Dhyāna è meditazione. Samādhi è il culmine dello yoga; e cioè lo stato di beatitudine, l’unione con lo Spirito Universale…»
B.K.S Iyengar “L’albero dello yoga”

Iyengar L'Albero dello yoga

«Quando vi prendete cura della crescita di un albero, al tempo dovuto questo fiorisce e poi raggiunge il suo culmine naturale dando il frutto. Allo stesso modo la pratica dello yoga deve concludersi prima o poi nella fragranza spirituale della libertà e della beatitudine. Come l’essenza dell’albero è nel frutto, così pure l’essenza della vostra pratica è in quel frutto che è il raggiungimento della libertà, dell’equilibrio, dell’armonia, e della beatitudine.»
Iyengar “L’albero dello yoga”

B.K.S. Iyengar